Monet e l’architettura alla National Gallery di Londra
Dal 9 aprile al 29 luglio 2018, in esposizione ben 75 opere, suddivise in tre sezioni “Il villaggio e il pittoresco”, “La città e la modernità” e “Il monumento e il mistero”, raccontano il rapporto del “padre dell’Impressionismo” con l’architettura LONDRA - E’ un Monet inedito, o comunque meno noto quello che, dal 9 aprile, si potrà godere alla National Gallery di Londra nella mostra Monet e l’architettura. Celebre per i suoi giardini, per i paesaggi marini o per gli scorci parigini, il Monet di questa rassegna londinese è invece indagato nel suo rapporto con l’architettura, “interpretata” in maniera del tutto unica e personale, dal momento che gli edifici, tra atmosfere vaporose e brume avvolgenti, vengono in qualche modo immortalati, non tanto nella loro esteriorità oggettiva, ma nella loro mutevolezza colta in differenti momenti e condizioni meteorologiche. Obiettivo dell’artista era infatti quello di dimostrare come un unico soggetto, grazie alla straordinaria polimorfia della luce e dei colori, potesse generare stimoli visivi sempre differenti. E’ Monet stesso ad affermare di non voler dipingere un ponte una casa, una barca, ma “l’aria che circonda il ponte, la casa, la barca, la bellezza della luce in cui esistono”. Da qui il fascino di queste 75 opere che nel percorso espositivo trovano spazio in tre sezioni distinte: Il villaggio e il pittoresco, La città e il moderno, Il monumento e il misterioso. I dipinti provengono da vari prestiti internazionali, c’è la “Gare Saint-Lazare” di Parigi, del 1877, “Il Palazzo del Doge” del 1908, proveniente dal Brooklyn Museum, il “Boulevard des Capucines” del 1873 dal Museo Puškin di Mosca e poi ancora “La casa del giardiniere di Antibes” del 1888 dal Cleveland Museum of Art, o la serie della “Cattedrale di Rouen” dipinte tra il 1892 e il 1894, che Kazimir Severinovič Malevič, grande ammiratore di Monet, definì “una tappa decisiva nella storia dell'arte” e il pittore Jacques-Èmile Blanche addirittura “un dramma atmosferico”. La mostra, curata da Richard Thomson, risulta ampia ed esaustiva, permettendo di cogliere il grande pittore alle prese con architetture reinterpretate fino a suggerire stati d’animo. ...